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Ricercatori Sant'Anna contribuiscono alla sintesi della molecola rigenera-cuore infartuato

Publication date: 01.02.2010
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Sintetizzata da ricercatori italiani una nuova molecola, detta Hbr, capace di rigenerare il cuore immediatamente dopo l’infarto e aumentare l’efficacia del successivo trapianto di cellule staminali. Lo studio sul composto, appena pubblicato sul Journal of Biological Chemistry, è stato coordinato da Carlo Ventura, direttore del laboratorio di Biologia molecolare e Bioingegneria delle cellule staminali dell’Istituto nazionale di biostrutture e biosistemi (Inbb), presso il dipartimento Cardiovascolare dell’università di Bologna e del Bioscience Institute di San Marino e condotto, grazie ad una partnership tra pubblico e privato, in collaborazione con Bioscience Institute - Cell Factory, struttura dedicata alla crioconservazione autologa di staminali del tessuto adiposo e del cordone ombelicale, con Vincenzo Lionetti e Fabio Recchia dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con Gianandrea Pasquinelli del dipartimento di Ematologia, Oncologia e Patologia clinica dell’università di Bologna.
Il rivoluzionario composto, contenente acido ialuronico, acido butirrico e acido retinoico è in grado di ridurre subito la mortalità cellulare cardiaca prodotta dall’infarto e indurre la formazione di nuovi vasi coronarici insieme al reclutamento di cellule staminali endogene. Inoltre, è in grado di orientare in vitro la differenziazione in cardiomiociti delle staminali adulte da utilizzare nel successivo trapianto. A una prima iniezione di Hbr, dunque, potrebbe far seguito un trapianto di staminali autologhe precedentemente coltivate in laboratorio e trattate ex vivo con la stessa molecola, incrementando così il potenziale a lungo termine di riparazione cardiaca. La molecola sintetizzata dal gruppo di ricercatori italiani si è mostrata capace di rigenerare cuori di ratto sottoposti a infarto sperimentale con un’iniezione intracardiaca, preservando la vitalità del tessuto miocardico in attesa dei tempi necessari al trapianto di cellule staminali. La somministrazione di Hbr ha infatti indotto la formazione di nuovi vasi coronarici e ridotto notevolmente sia la mortalità cellulare cardiaca, sia l’estensione della cicatrice infartuale, normalizzando l’assetto metabolico del tessuto miocardico. Hbr ha inoltre stimolato un 'reclutamento' nell’area infartuale di cellule staminali endogene provenienti dal midollo osseo.
La possibilità di utilizzare la molecola Hbr come agente di riparazione cardiovascolare apre nuove prospettive nella medicina rigenerativa. Le cellule staminali rappresentano infatti una speranza per la rigenerazione di cuori danneggiati, che l’utilizzo del nuovo composto contribuirà a rendere più concreta. Gli ostacoli all’impiego di staminali per questa patologia sono oggi la scarsa vitalità delle cellule trapiantate e il loro incerto 'destino' in vivo. Inoltre, i tempi tecnici necessari a far moltiplicare queste cellule ex vivo prima del trapianto determinano un ritardo nell’effettuare l’impianto delle staminali anche di alcune settimane, quando il danno miocardico dovuto alla cicatrice infartuale, ormai formata, compromette la contrattilità del cuore. La tempestiva somministrazione intracardiaca della molecola Hbr potrebbe servire da soccorso immediato e duraturo, in grado di trasformare rapidamente l’ambiente ostile del tessuto ischemico in un 'contesto' più incline al reclutamento di cellule staminali endogene, a cui far seguire un trapianto di staminali adulte trattate in laboratorio con la stessa molecola.